ATEZOLIZUMAB
Primo inserimento: 23/08/2015; ultimo aggiornamento: luglio 2022
Nome commerciale
Il farmaco, precedentemente noto come MPDL3280A, è ora in commercio col nome commerciale: TECENTRIQ ®
Compagnia farmaceutica produttrice
Sviluppato dalla Genetech, un membo del gruppo Roche.
Indicazione approvata dal SSN
Il Tecentriq è indicato nel:
– Carcinoma polmonare non a piccole cellule (non small cell lung cancer, NSCLC in stadio iniziale) in monoterapia come trattamento adiuvante dopo resezione chirurgica completa del tumore e chemioterapia contenente platino in pazienti adulti con NSCLC ad alto rischio di recidiva, i cui tumori presentano un’espressione di PD-L1 ≥ 50% sulle cellule tumorali (TC) e sono negativi per mutazioni di EGFR o riarrangiamenti di ALK.
– In combinazione con bevacizumab, paclitaxel e carboplatino, per il trattamento di prima linea di pazienti adulti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule (non small cell lung cancer, NSCLC), NSCLC non squamoso metastatico.
– Nei pazienti affetti da NSCLC con mutazioni attivanti del recettore del fattore di crescita dell’epidermide (epidermal growth factor receptor, EGFR) o positivo per la chinasi del linfoma anaplastico (anaplastic lymphoma kinase, ALK), in combinazione con bevacizumab, paclitaxel e carboplatino, dopo il fallimento di adeguate terapie a bersaglio molecolare.
– In monoterapia per il trattamento (prima e seconda linea) di pazienti adulti affetti da NSCLC localmente avanzato o metastatico, EGFR e ALK negativi e con PD-L1 ≥ 50% precedentemente sottoposti a chemioterapia.
– In associazione con carboplatino ed etoposide, è indicato per il trattamento di prima linea di pazienti adulti con carcinoma polmonare a piccole cellule in stadio esteso (ES-SCLC)
– Oltre al tumore del polmone, Trecentiq è indicato nel trattamento di carcinoma ureteriale, mammario ed epatico.
Per maggiori e informazioni si rimanda al recente documento AIFA sul farmaco.
Caratteristiche chimico-farmacologiche
E’ una macromolecola (anticorpo monoclonale IgG1, completamente umano).
Meccanismo d’azione
Agisce come immunomodulatore, bloccando il ligando della proteina della morte cellulare programmata: noto come PD-L1. Più in particolare, l’Atezolizumab blocca l’interazione fra PD-L1 e PD-1. Il PD-L1 può essere altamente espresso in certi tipi di tumore che, grazie alla sua interazione con la proteina PD1, ottengono una ridotta o perfino assente proliferazione di cellule immunitarie che invadono il tumore. L’inibizione di PD-L1 ottiene, pertanto, gli effetti opposti: normale proliferazione ed infiltrazione del tumore da parte delle cellule immunitarie e una maggiore attività del sistema immunitario.
Modalità di somministrazione
Uso Endovenoso. In un classico studio di fase II sul cancro del polmone non a piccole cellule (NSCLC) avanzato con alta espressione di PD-L1 (pivotal phase II study), l’Atezolizumab fu somministrato alla dose di 1200 mg E.V. ogni 21 giorni. Ed è questa la dose attualmente consigliata in monoterapia. Per il dosaggio in corso di terapia di combinazione, si rimanda alla scheda tecnica dell’EMA europea.
Attività antitumorale riconosciuta
Diversi studi clinici, compiuti in diversi tipi di tumori, hanno confermato la significativa attività anti-tumorale dell’Atezolizumab.
Attività antitumorale (cancro al polmone)
Oltre al NSCLC, un ampio studio internazionale, l’IMPOWER133, ha confermato l’efficacia dell’immunoterapico nel carcinoma polmonare a piccole cellule o microcitoma: qui un nostro report sullo studio. Attualmente sono 101 gli studi clinici in corso sull’Atezolizumab che includono pazienti con cancro del polmone (censimento NHI) e 159 gli studi già pubblicati (PubMed).
Indicazioni cliniche
Si veda in alto: indicazioni approvate dal SSN.
Effetti tossici e collaterali
Gli effetti collaterali sono stati dichiarati “accettabili” dai ricercatori e, comunque non superiori a quelli di altri farmaci della stessa categoria. I più comuni effetti collaterali riportati sono stati: aumento delle transaminasi seriche (4%),colite (1%), epatite (1%), e polmonite (2%). Per il resto si rimanda alla scheda tecnica dell’EMA europea.
Nostri articoli
> Reazioni avverse da Atezolizumab
> Con l’Atezulizumab l’immunoterapia guadagna spazio anche nel microcitoma…
> Atezolizumab: Prime evidenze di efficacia
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Nome commerciale
Nexavar ®
Compagnia farmaceutica produttrice
Sviluppato da Onyx Pharmaceuticals, Inc. e commercializzato in Europa da Bayer.
Indicazione approvata dal SSN
Pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato, dopo fallimento terapeutico di una precedente terapia a base di interferone alfa o interleuchina-2, o che sono considerati non idonei a ricevere tale terapia. Il Sorafenib è indicato anche per il trattamento dell’epatocarcinoma ed il carcinoma tiroideo differenziato. Allo stato, il Nexavar® non è approvato per il trattamento del cancro del polmone.
Caratteristiche chimico-farmacologiche
E’ una piccola molecola.
La sua formula chimica è: C21H16ClF3N4O3. Ha un peso molecolare di 450,34 g/mol.
Meccanismo d’azione
Il Sorafenib è un inibitore delle chinasi che determinano la proliferazione delle cellule tumorali in vitro. Inibisce la crescita di un ampio spettro di tumori umani, anche attraverso una riduzione dell’angiogenesi tumorale. I suoi bersagli a livello delle cellule tumorali sono i seguenti: CRAF, BRAF, V600E BRAF, c-KIT e FLT-3), mentre a livello dei vasi sanguigni del tumore sono: CRAF, VEGFR-2, VEGFR-3 e PDGFR-ß.
Modalità di somministrazione
Orale, compresse da 200 mg. La dose raccomandata per gli adulti è di 400 mg (due compresse da 200 mg) due volte al giorno (equivalente a una dose totale giornaliera di 800 mg). Va somministrato senza interruzione, fino a quando si osserva un beneficio clinico, o finché non compaiono tossicità inaccettabili.
Attività antitumorale riconosciuta
Sia la FDA americana e la EMA europea danno la stessa indicazione approvata dal nostro SSN. Allo stato, nessuna agenzia del farmaco governativa ha approvato il Nexavar® per il trattamento del cancro del polmone.
Attività antitumorale (cancro al polmone)
In uno studio di fase II su pazienti precedentemente trattati per un cancro al polmone non a piccole cellule (NSCLC), il Sorafenib in monoterapia risultò possedere una capacità di controllo della malattia e garantire sopravvivenza confrontabile a quella di altre piccole molecole ad azione mirata. In più il Sorafenib pare essere efficace anche quando dato in combinazione alla chemioterapia o ad altri inibitori delle tirosinchinasi. Nel mondo, non vi è attualmente una sola sperimentazione clinica in corso sul Sorafenib, come censito dai NIH. In effetti, un discreto numero di studi sono già conclusi e i loro risultati pubblicati (51 pubblicazioni scientifiche: censimento del 19/8/19, su PubMed).
Indicazioni cliniche
Nessuna allo stato.
Effetti tossici e collaterali
Le reazioni avverse più comuni sono state diarrea, rash, alopecia e sindrome mano-piede (corrispondente in MedDRA alla “sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare). Per maggiori informazioni, si veda la scheda tenica dell‘EMA
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