IPILIMUMAB
Primo inserimento: 20/06/2016; ultimo aggiornamento: luglio 2022
Nome commerciale
YERVOY ®
Compagnia farmaceutica produttrice
Bristol-Meyer-Squibb
Indicazione approvata dal SSN
YERVOY, in associazione a Nivolumab e 2 cicli di chemioterapia a base di platino è indicato per il trattamento in prima linea del carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) metastatico, negli adulti il cui tumore non esprime mutazioni per EGFR o traslocazioni di ALK.
L’ipilimumab è indicato per il trattamento di diversi altri tumori umani, a cominciare dal melanoma avanzato (non resecabile o metastatico), fra cui il carcinoma renale, del colon-retto, dell’esofago ed il mesotelioma pleurico. (Vedasi Documento AIFA del 27/04/2022)
Caratteristiche chimico-farmacologiche
È un anticorpo monoclonale IgG1κ interamente umano.
Meccanismo d’azione
Il CTLA-4 è un recettore proteico di membrana espresso dai linfociti T citotossici. Quando ligandi come B7-1 o B7-2 (espressi da altre cellule immunitarie) interagiscono con il CTLA-4 sui linfociti T citotossici, questi ultimi vengono inibiti. L’ipilimumab è stato progettato per legare il CTLA-4: questo legame impedisce l’interazione tra CTLA-4 e i suoi ligandi, quindi blocca la segnalazione inibitoria sui linfociti T citotossici. Questi, quindi, possono liberamente proliferare ed infiltrare i tumori dove sono in grado di aggredire le cellule tumorali. L’ipilimumab quindi potenzia il sistema immunitario contro i tumori con un meccanismo indiretto: frena dall’esterno il segnale di inibizione mediato dal CTLA-4 sui linfociti.
Modalità di somministrazione
Il regime di induzione raccomandato per l’ipimilumab è 3 mg/kg e.v. somministrati in 90 minuti, ogni 3 settimane, per un totale di 4 dosi.
Attività antitumorale riconosciuta
Con le stesse indicazioni, il farmaco è approvato dalla FDA americana e l’‘EMA europea. Oggi l’Ipilimumab è sottoposto a sperimentazione clinica per testarne l’efficacia anche nel tumore del polmone a piccole cellule (SCLC) e sul carcinoma della prostata.
Attività antitumorale (cancro al polmone)
Evidenze da studi di fase I,II hanno reso certa l’attività del farmaco anche nel cancro al polmone, sia SCLC che NSCLC, soprattutto se dato in combinazione al Nivolumab. Successivamente, gli sviluppi dello studio CheckMate 227 hanno potuto delineare la forte efficacia della combinazione Nivolumab + Ipilimumab nella prima linea di trattamento dei pazienti con NSCLC con TMB ≥10 mutazioni/Mb. Oggi, come già detto, il farmaco è approvato per l’uso umano nel NSCLC da tutte le principali agenzie del farmaco.
Indicazioni cliniche
Vedi su. Attualmente, ben 51 studi clinici sull’Ipilimumab stanno attivamente reclutando pazienti con cancro del polmone (censimento NIH), mentre vi sono già 82 pubblicazioni scientifiche sull’argomento (PubMed). In uno studio pubblicato in giugno 2016 su Lancet Oncology, il CheckMate 032, sono state riportate risposte obiettive “durature e profili di tossicità accettabili” nelle terza linea di trattamento di pazienti con SCLC.
Effetti tossici e collaterali
I singoli effetti indesiderati più comuni, rilevati in oltre il 10 % dei pazienti, sono diarrea, eruzione cutanea, prurito, affaticamento, nausea, vomito, perdita di appetito e dolori addominali.
Nostri articoli
1. CheckMate-227 trial: un altro duro colpo alla chemioterapia;
2. Tripletta di aprile del NEJM. Terzo studio: Nivo più Ipilimumab.
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Nome commerciale
Erbitux ®
Compagnia farmaceutica produttrice
Scoperto dalla ImClone e distribuito in Nord America dalla Bristol-Myers Squibb. Nel resto del mondo, è distribuito dalla Merck KGa
Indicazione approvata dal SSN
– Trattamento di pazienti con carcinoma metastatico del colon-retto con
espressione del recettore per il fattore di crescita epidermico (EGFR) e senza mutazioni di RAS (wildtype):
in associazione con chemioterapia a base di irinotecan,
in prima linea in associazione con FOLFOX,
in monoterapia nei pazienti nei quali sia fallita la terapia a base di oxaliplatino e irinotecan e che
siano intolleranti a irinotecan.
– Trattamento di pazienti affetti da carcinoma a cellule squamose di testa e collo,
in associazione con radioterapia per la malattia localmente avanzata;
in associazione con chemioterapia a base di platino nella malattia ricorrente e/o metastatica.
Caratteristiche chimico-farmacologiche
E’ una macromolecola.
La sua formula chimica è: C6484H10042N1732O2023S36. Ha un peso molecolare di 145.781,6 g/mol.
Meccanismo d’azione
E’ un anticorpo monoclonale chimerico (ottenuto da una ricombinazione tra topo/uomo) che agisce inibendo il recettore del fattore di crescita epidermoidale (EGFR).
Modalità di somministrazione
Uso Endovenoso. Erbitux va somministrato una volta alla settimana. La prima infusione viene somministrata a una dose di 400 mg per metro quadro di superficie corporea (calcolata in funzione dell’altezza e del peso del paziente) e dura due ore. Le infusioni successive sono di 250 mg/m e durano un’ora ciascuna. Il trattamento va proseguito per il tempo necessario in funzione della risposta terapeutica.
Attività antitumorale riconosciuta
Approvato dalla FDA americana e dall’EMA europea per il trattamento del cancro del colon retto e della testa e collo (vedi indicazioni AIFA). E’ possibile che verrà approvato anche per il cancro del polmone non a piccole cellule (NSCLC).
Attività antitumorale (cancro al polmone)
L’aggiunta di Cetuximab alla chemioterapia standard nel NSCLC ha dato un prolungamento della sopravvivenza in uno studio multicentrico internazionale di fase III (studio FLEX) e può essere considerata come una valida opzione nel trattamento di prima linea. Nello stesso studio, il Cetuximab risultava maggiormente efficace in una serie di sottogruppi, tra cui i pazienti di razza bianca, e i pazienti con adenocarcinoma. Nel mondo, oggi, risultano censite dai NIH 10 sperimentazioni cliniche su Cetuximab e cancro del polmone, e si contano 151 pubblicazioni scientifiche sull’argomento (PubMed).
Indicazioni cliniche
Non vi sono indicazioni cliniche approvate nel NSCLC.
Effetti tossici e collaterali
I principali effetti indesiderati di cetuximab sono reazioni cutanee, che si verificano in più dell’ 80% dei pazienti, ipomagnesiemia (bassi livelli di magnesio nel sangue), che si osserva in più del 10% dei pazienti, e reazioni correlate all’infusione, che si manifestano con sintomi da lievi a moderati (fra cui febbre, brividi, capogiri e difficoltà a respirare) in più del 10% dei pazienti e con sintomi gravi in più dell’1% dei pazienti. Sono possibili gravi reazioni allergiche.
Nostri articoli
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Nome commerciale
Nexavar ®
Compagnia farmaceutica produttrice
Sviluppato da Onyx Pharmaceuticals, Inc. e commercializzato in Europa da Bayer.
Indicazione approvata dal SSN
Pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato, dopo fallimento terapeutico di una precedente terapia a base di interferone alfa o interleuchina-2, o che sono considerati non idonei a ricevere tale terapia. Il Sorafenib è indicato anche per il trattamento dell’epatocarcinoma ed il carcinoma tiroideo differenziato. Allo stato, il Nexavar® non è approvato per il trattamento del cancro del polmone.
Caratteristiche chimico-farmacologiche
E’ una piccola molecola.
La sua formula chimica è: C21H16ClF3N4O3. Ha un peso molecolare di 450,34 g/mol.
Meccanismo d’azione
Il Sorafenib è un inibitore delle chinasi che determinano la proliferazione delle cellule tumorali in vitro. Inibisce la crescita di un ampio spettro di tumori umani, anche attraverso una riduzione dell’angiogenesi tumorale. I suoi bersagli a livello delle cellule tumorali sono i seguenti: CRAF, BRAF, V600E BRAF, c-KIT e FLT-3), mentre a livello dei vasi sanguigni del tumore sono: CRAF, VEGFR-2, VEGFR-3 e PDGFR-ß.
Modalità di somministrazione
Orale, compresse da 200 mg. La dose raccomandata per gli adulti è di 400 mg (due compresse da 200 mg) due volte al giorno (equivalente a una dose totale giornaliera di 800 mg). Va somministrato senza interruzione, fino a quando si osserva un beneficio clinico, o finché non compaiono tossicità inaccettabili.
Attività antitumorale riconosciuta
Sia la FDA americana e la EMA europea danno la stessa indicazione approvata dal nostro SSN. Allo stato, nessuna agenzia del farmaco governativa ha approvato il Nexavar® per il trattamento del cancro del polmone.
Attività antitumorale (cancro al polmone)
In uno studio di fase II su pazienti precedentemente trattati per un cancro al polmone non a piccole cellule (NSCLC), il Sorafenib in monoterapia risultò possedere una capacità di controllo della malattia e garantire sopravvivenza confrontabile a quella di altre piccole molecole ad azione mirata. In più il Sorafenib pare essere efficace anche quando dato in combinazione alla chemioterapia o ad altri inibitori delle tirosinchinasi. Nel mondo, non vi è attualmente una sola sperimentazione clinica in corso sul Sorafenib, come censito dai NIH. In effetti, un discreto numero di studi sono già conclusi e i loro risultati pubblicati (51 pubblicazioni scientifiche: censimento del 19/8/19, su PubMed).
Indicazioni cliniche
Nessuna allo stato.
Effetti tossici e collaterali
Le reazioni avverse più comuni sono state diarrea, rash, alopecia e sindrome mano-piede (corrispondente in MedDRA alla “sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare). Per maggiori informazioni, si veda la scheda tenica dell‘EMA
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