ALCASE Italia
ALCASE Italia
per la lotta al cancro del polmone

È possibile gestire l’ansia?

Buongiorno dott.ssa.
Sono una malata under 50 di cancro del polmone. Una settimana dopo aver ricevuto la diagnosi, che ovviamente mi ha colto impreparata, perché non sono una figura a rischio per la neoplasia polmonare, ho “incontrato” ALCASE Italia ed il gruppo social “Sconfiggiamo il cancro del polmone”. Mi ritengo fortunata perché mi sono ritrovata in famiglia, una famiglia spesso disperata, ma con tante mani che mi hanno abbracciato e accolto.
Tutti gli amici del gruppo mi hanno aiutata a capire le opzioni di trattamento, a prestare attenzione alla scelta del medico, a essere più consapevole e attiva durante le visite. ALCASE con il suo sito d’altra parte è di supporto ulteriore e tale lo è stato il suo blog.
L’ospedale (e la regione) dove mi curo non ha un servizio di supporto psico-oncologico da offrire ai pazienti di cancro. Per questo le chiedo se esistono delle tecniche o delle strategie che un malato può mettere in atto in autonomia per gestire le emozioni e ridurre lo stress.
Posso dire che molti del gruppo stanno attuando degli accorgimenti personali per non essere sopraffatti dagli elevati livelli di stress e tensione che complicano la situazione.
Ad oggi io non sono ancora riuscita a trovare un percorso che funzioni, se non il classico auto incoraggiamento “Dai, Vale” e “Forza, ce la puoi fare” che però non mi aiuta granchè. L’ansia a volte è tanto alta che mi fa mancare l’aria… non è il tumore, ma lei, l’ansia, pure lei una nemica!
Qualsiasi suggerimento, come quello che aveva dato sul “tempo buono” da dedicare alla famiglia, è tanto tanto gradito.
Grazie, gentile dott.ssa. Grazie!
Valentina

Buongiorno Valentina,
le sue parole esprimono fortemente il suo desiderio di “stare bene” nonostante la malattia, di trovare quanti più possibili aiuti, e in questa ricerca l’ansia legata alla situazione le diventa “nemica”.
Scrive che ha attivato tante cose ma deve “trovare ancora un percorso che funzioni” …
Trovare un adattamento alla malattia è un compito che si presenta spesso molto difficile ma soprattutto non con una unica soluzione.
Con i miei pazienti dico spesso che è importante attivare quante più risorse possibili, interne che esterne, per essere il più possibile attrezzati.
Come se ci si trovasse in mare aperto, è importante trovare e riconoscere quante più boe galleggianti possibili, questo ci permette di poterci aggrappare nelle burrasche o anche solo muoverci, galleggiare o riposare meglio nei momenti in cui il mare è più calmo.
gestire l'ansiaQueste risorse si possono trovare dentro se stessi e in questo la Psicoterapia aiuta sicuramente(se non c’è un centro psico-oncologico dedicato nel suo luogo di cura può andare altrettanto bene un buon psicoterapeuta- anche se le suggerisco di verificare anche sul sito della Sipo, Società Italiana di Psiconcologia, dove ci sono tutti i riferimenti regione per regione).
Il gesto importante è poter accedere alla sua parte interna e vedere cosa succede, quali vissuti e quali significati aggancia questa ansia.
Accanto all’aiuto più professionale è altrettanto importante però attivare risorse esterne che possono essere, ad esempio, persone significative, gruppi, spazi di auto-aiuto ma anche terapie di medicina integrativa come l’arteterapia, lo yoga, sessioni di meditazione, etc…
Inoltre io suggerisco sempre anche di cercare di lavorare sulla propria personale area del piacere, su quello che fa stare bene proprio Valentina.
Si chieda: C’è qualcosa che mi piace fare? Lo sto facendo o è qualcosa che la malattia ha bloccato?
Posso dedicare un po’ di tempo ai miei sensi, alle cose belle che vedo, che sento, che assaporo e che spesso passano fuori dal campo del sentire, perché l’ansia e la paura si prendono tutto?
La domanda di fondo è come posso “nutrirmi di bellezza e di benessere? cosa ho visto, cosa vedo fuori dalla finestra? Anche così a piccolissime dosi (e spesso si parte proprio così). Come se dovessimo un pochino bilanciare il peso sui piatti della bilancia…da un lato l’ansia pesa tantissimo ma se dall’altro lato provo a mettere anche solo un sassolino alla volta questo spesso può aiutare e contemporaneamente, così facendo, tolgo un po’ di spazio e tempo all’ansia, che di natura invece tende proprio a riempire gli spazi e i pensieri.
La lascio con qualche verso di una poesia di Mariangela Gualtieri che forse può spiegare un pochino questo concetto.

“…..molto bello mondo, con cielo
diurno e notturno, con facce che
mi piacevano e musi e zampe e
vegetazione che mi sospirava leggera, tirando via
chili e scarponi interiori che mi
infangavano, tirando via ferri da stiro
che mi portavo nel petto, e gran pulitura
di dentro. Bello, questo io lo ricordo
bello. Molto bello mondo.
Io ho avuto soccorso a volte da
una piccola foglia, da un frutto così
ben fatto che dava sollievo al mio
disordine di fondo. Sì sì.”

Un caro saluto,

Dott.ssa Federica Ruffilli
Dirigente Psicologo Psicoterapeuta
Struttura Semplice di Psico-Oncologia
Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori
Meldola (Forlì Cesena)

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