ALCASE Italia
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per la lotta al cancro del polmone

Miglioramento della sopravvivenza dei pazienti con cancro del polmone trattati con immunoterapia perioperatoria

A sei anni dall’inizio dell’arruolamento allo studio KEYNOTE-671, basandosi sui risultati della seconda analisi pre-pianificata sui dati clinici di circa 800 pazienti arruolati in 25 paesi distribuiti su 5 continenti, due esperti oncologi-ricercatori dell’Università Statale dell’Ohio (Carolyn Presley e Dwight  Owen) propongo una riflessione sull’impatto dell’immunoterapia perioperatoria nel trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC).

Lo studio KEYNOTE-671 è uno studio di fase III, randomizzato, in doppio cieco, che coinvolge pazienti con NSCLC resecabile in stadio II, IIIA e IIIB resecabile. Lo studio mira a valutare la sicurezza e l’efficacia di pembrolizumab (MK-3475) in combinazione con la chemioterapia neoadiuvante con doppietta di platino (NAC) prima dell’intervento chirurgico [fase neoadiuvante], seguita da pembrolizumab da solo dopo l’intervento chirurgico [fase adiuvante], la cosiddetta immunoterapia perioperatoria. L’ipotesi primaria dello studio è stata confermata nel 2023 con la prima analisi ad interim pre-pianificata. E’ stato dunque dimostrato che pembrolizumab neoadiuvante (vs. placebo) in combinazione con NAC, seguito da chirurgia e pembrolizumab adiuvante (vs. placebo) migliora la sopravvivenza libera da eventi senza ripercussioni significative sulla qualità della vita correlata alla salute.

Con la successiva analisi pre-pianificata, questa, è stata valutata l’efficacia di tale approccio sulla sopravvivenza globale.


RIASSUNTO

La terapia neoadiuvante e perioperatoria con inibitori del checkpoint immunitario (ICI) in combinazione con la chemioterapia ha portato a un miglioramento dei tassi di risposta alla patologia e della sopravvivenza libera da eventi per i pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) resecabile. Nell’ottobre 2023, pembrolizumab perioperatorio in combinazione con chemioterapia contenente platino come trattamento neoadiuvante seguito da pembrolizumab adiuvante è stato approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense per i pazienti con NSCLC resecabile in stadio II-III sulla base dello studio KEYNOTE-671. Fino ad ora, l’impatto degli endpoint surrogati sulla sopravvivenza globale era incerto. Su The Lancet, Jonathan D Spicer e colleghi riportano i risultati di una seconda analisi ad interim pre-pianificata per lo studio KEYNOTE-671, una sperimentazione globale randomizzata di fase 3 su pazienti con NSCLC in stadio II, IIIA o IIIB (N2) che prevedeva l’impiego di chemioterapia neoadiuvante più pembrolizumab, seguita da chirurgia e pembrolizumab adiuvante, rispetto alla chemioterapia neoadiuvante controllata con placebo. Come riportato in precedenza, la maggior parte dei partecipanti aveva meno di 65 anni (435 [55%] su 797), era di sesso maschile (563 [71%]), era fumatore o ex fumatore (696 [87%]) e aveva una malattia in stadio III (558 [70%]). In questa seconda analisi ad interim, Spicer e colleghi hanno riscontrato che l’immunoterapia perioperatoria pembrolizumab ha portato a un miglioramento della sopravvivenza globale oltre che della sopravvivenza libera da eventi, senza un cambiamento significativo nella qualità di vita correlata alla salute (HRQoL) riferita dal paziente. La sopravvivenza globale mediana stimata a 3 anni è stata del 71% (95% CI 66-76) nel gruppo pembrolizumab perioperatorio rispetto al 64% (58-69) nel gruppo controllato con placebo e sottoposto a sola chemioterapia neoadiuvante (hazard ratio [HR] 0,72 [95% CI 0,56-0,93]; p=0,0052). La sopravvivenza globale mediana non è stata raggiunta nei pazienti trattati con pembrolizumab rispetto ai 52,4 mesi del gruppo placebo (95% CI da 45,7 a non raggiunto). Questo studio trova le sue fondamenta su precedenti studi di fase 3 che hanno cambiato la pratica, dimostrando il beneficio della terapia adiuvante, neoadiuvante e perioperatoria con ICI rispetto agli approcci basati sulla sola chemioterapia.  Il miglioramento della sopravvivenza globale mediasnte immunoterapia perioperatoria, qui riportato, è una pietra miliare nel lungo cammino verso la cura di un maggior numero di pazienti con NSCLC.


NOSTRO COMMENTO

La seconda analisi pre-pianificata dello studio KEYNOTE-671 fornisce un’ulteriore conferma del grande valore clinico dell’immunoterapia perioperatoria. Oltre all’interesse ed all’ottimismo rispetto ai risultati clinici sottolineati dai due oncologi, questi dati hanno una grande rilevanza anche metodologica. Essi forniscono infatti una risposta diretta rispetto all’efficacia del trattamento sulla sopravvivenza globale, dato che non sempre (a causa della necessità di un’elevata numerosità campionaria e dei lunghi tempi di osservazione) è valutato per sé ma viene sostituito/dedotto dai dati sulla risposta globale e sulla sopravvivenza libera da progressione.

Venerdì, 15 Novembre 2024

CRISTINA MORELLI

       

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