ALCASE Italia
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per la lotta al cancro del polmone

È possibile trattare la cachessia con opportune precauzioni dietetiche?…

Buona sera, dott.ssa.
Da circa venti giorni al mio papà è stato diagnosticato un tumore avanzato ai polmoni. Attendiamo ora altri esami per completare la diagnosi.

La situazione generale mi fa molto preoccupare perché egli è cambiato moltissimo nel giro di pochi giorni: oltre ad un forte dimagrimento, pare che non abbia più la forza di camminare e parlare, lamenta un dolore alla bocca dello stomaco e dice che fa fatica a mangiare e a digerire.

Non capisco se questo declino sia dovuto al suo stato psicologico per lo shock subito o se la causa sia addebitabile ad un decorso repentino della malattia.

Temo che questo stato di debilitazione, che sembra peggiorare ogni giorno, gli precluda poi, a diagnosi conclusa, le terapie.
Come posso fare ora, a livello nutrizionale, per fermare la perdita di peso e di massa muscolare?

La ringrazio tanto se potrà rispondere.

Benedetta

Gentile signora,
cercherò di fare un quadro e una risposta generali, non avendo visto fisicamente il papà e senza aver visto un esame del sangue specifico. In generale le dico che la perdita di peso nel paziente oncologico, con relativo enorme indebolimento per la perdita anche muscolare, sono molto frequenti (in gergo, tale condizione clinica viene definita CACHESSIA).

Come anticipato, non avendo esami o parlato con il paziente, posso presentarle le problematiche più comuni e aggiungere dei piccoli suggerimenti utili in caso di cachessia tumorale:

– Le cellule cancerose hanno un forte metabolismo in senso glucidico, ovvero consumano una quantità di glucosio (carboidrato semplice) almeno 10 volte superiore e ad una velocità almeno 10 volte superiore (cambia poi da caso a caso). Questo fa sì che un carboidrato ad alto indice glicemico, ovvero che entra velocemente e ad alte concentrazioni nel sangue, venga assimilato e inglobato dalle cellule cancerose, molto molto più velocemente rispetto alle cellule sane. Queste ultime non riescono ad assimilarne a sufficienza e il paziente resta privo di sufficiente nutrimento. Da qui la perdita di peso e il mio suggerimento di adottare un’alimentazione a basso indice glicemico.

– Il tumore in cerca di nutrimento, attacca e demolisce anche la muscolatura, cercandovi energia. Per questo la perdita di peso è concomitante ad una perdita drastica di muscolatura. Ecco perché la letteratura dimostra la necessità di un apporto proteico facilmente assimilabile, in quantitativo paragonabile a quello di uno sportivo (Almeno 1,5gr di proteine per kg di peso). Si fa sempre notare la differenza tra i consigli di PREVENZIONE della patologia oncologica e il PAZIENTE con già presente la patologia e che quindi se gradisce, può e deve, nutrirsi anche di proteine animali che sono più facilmente assimilabili e utilizzabili. In alcuni casi si suggerisce anche integrazione con aminoacidi.
– I pasti devono essere costituiti da un solo alimento più abbondante, piuttosto che da molte cose. Questo per focalizzare il lavoro del pancreas nella produzione e attivazione di un solo succo gastrico mirato e pronto più rapidamente. Inoltre deve fare 5 pasti al giorno e non 3 in modo da stimolare la produzione lenta e continuata del succo gastrico. Questo evita anche che quest’ultimo infiammi sia lo stomaco che il piloro (quindi rischio di reflusso) provocando il dolore che posso immaginare possa essere quello del papà. Per lo stesso motivo, non sdraiarsi completamente dopo i pasti, ma posizione seduta.

Spero di esserle stata di qualche utilità.

Un caro saluto

dott.ssa Angela de Laurentiiis

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