ALCASE Italia
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per la lotta al cancro del polmone

Ai limiti dell’operabilità

CONTESTO

Quando la chirurgia è il trattamento migliore per il cancro al polmone?

O quando le condizioni sono al limite dell’operabilità?

La chirurgia per il cancro ai polmoni può spesso essere curativa quando viene eseguita nelle fasi iniziali, ma ci sono molti fattori da considerare nel decidere se è giusto per il paziente.

Ciò include il tipo di intervento chirurgico raccomandato, lo stadio del cancro, il posizione del tumore, la salute generale e la funzionalità polmonare.

Quando si discutono le opzioni terapeutiche per il carcinoma polmonare, è utile prima separare questi trattamenti in due categorie: trattamenti locali e trattamenti sistemici.

I trattamenti locali trattano le cellule tumorali (tumori) da cui hanno origine ma non trattano le cellule che si sono diffuse dal tumore originale. Sia la chirurgia che la radioterapia sono trattamenti locali. I trattamenti sistemici, al contrario, trattano le cellule tumorali ovunque si trovino nel corpo e non solo nel sito in cui è iniziato il tumore. La chemioterapia, le terapie mirate e l’immunoterapia sono considerate trattamenti sistemici.

Diverse condizioni sono considerate quando si decide se la chirurgia è l’opzione migliore per il trattamento del cancro del polmone. Questi includono, tra gli altri, il tipo e lo stadio.

Relativamente al tipo di carcinoma polmonare, la chirurgia è più comunemente eseguita come trattamento per il carcinoma polmonare non a piccole cellule.

Lo stadio del carcinoma polmonare è una delle cose più importanti da considerare quando si pensa alla chirurgia che è più efficace per i pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule di stadio 1, 2 e 3°. I tumori di stadio 3B e stadio 4 sono spesso trattati con una combinazione di radioterapia e chemioterapia. Con i tumori da stadio 1B a 3A, la chirurgia è spesso combinata con chemioterapia e / o radiazioni (chemioterapia adiuvante).


Buonasera Professore.

La mia domanda è questa: un adenocarcinoma in stadio 4 per secondarismi pleurici (pT2N2M1a) con mutazione Ros1 positiva che ha risposto molto bene a terapia con Crizotinib con riduzione della massa tumorale, negativizzazione dei linfonodi e importante riduzione del versamento pleurico, potrebbe beneficiare di intervento chirurgico secondario a terapia?

Per valutare se vi sono ancora secondarismi pleurici può essere sufficiente una Pet?

La ringrazio anticipatamente per l’attenzione,

Distinti saluti
Emanuela

Carissima Emanuela,

il quadro che ci hai descritto sarebbe stato sorprendente fino a pochi anni fa, ma non è altro che la dimostrazione reale che alcune terapie mirate funzionano benissimo nel controllare alcuni tipi di tumore polmonare.
ai limiti operabilitàLa chirurgia è un’arma a disposizione, ancora molto utile, ma che va utilizzata in maniera sempre più attenta e circostanziata.
In questo caso siamo fuori dalle linee guida standard ma questi nuovi scenari necessitano comunque di allargare i nostri orizzonti. Bisogna vedere l’estensione del coinvolgimento pleurico, ragionare con l’oncologo ed eventualmente eseguire un approccio toracoscopico (guardare dentro il torace con una telecamera) prima di eseguire la resezione polmonare.

Vi invito a prendere contatti con uno specialista chirurgo toracico della vostra zona e mi metto a disposizione se vorrà un consulto dedicato.

Cordiali saluti,

Prof. Filippo Lococo
Professore Associato in Chirurgia Toracica
IRCCS-Fondazione Policlinico Gemelli,
Università Cattolica del sacro Cuore
Roma, Italia

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