La radioterapia stereotassica corporea (SBRT, Stereotactic Body Radiation Therapy) è una innovativa tecnica radioterapica non invasiva che permette di inviare una elevata dose di radiazioni direttamente sul volume tumorale con estrema accuratezza e precisione, provocandone la morte cellulare (necrosi). Tale tecnica viene eseguita in regime ambulatoriale e non richiede alcun tipo di anestesia, il paziente non è in nessun momento radioattivo e può proseguire la sua normale vita familiare. Viene effettuata una seduta quotidiana, indolore. Generalmente un ciclo è composto da 1 a 6 sedute.

Come viene effettuata?

1. La fase pre-trattamento prevede:

  • la preparazione di un sistema di immobilizzazione esterno (maschera termoplastica, cuscino personalizzato ad aria compressa) della parte del corpo interessata molto ben tollerabile, senza l’uso di metodiche invasive
  • l’effettuazione di una TAC e/o PET o RMN di simulazione, cioè del paziente in posizione di trattamento, durante la quale vengono acquisite le immagini per l’elaborazione del piano di cura personalizzato

2. La fase di trattamento prevede una seduta quotidiana di radiochirurgia per un massimo di 6 sedute, indolori e della durata effettiva di pochi minuti. Potrà essere valutata dal medico una medicazione quotidiana con farmaci per ridurre gli effetti infiammatori sul tessuto irradiato durante e dopo il trattamento.

In quali tumori è indicata?

La radiochirurgia stereotassica corporea (SBRT) è un trattamento che si può utilizzare per la cura di:

  • tumori primitivi e metastasi del polmone
  • tumori primitivi e metastasi del fegato
  • tumori del pancreas
  • tumori della prostata
  • metastasi dei linfonodi dell’addome o della pelvi
  • trombi neoplastici vascolari

Fonte:  https://www.humanitas.it/cure/radioterapia-stereotassica-corporea/

Gentilissima Professoressa Ramella,
Le scrivo per il mio papà, pneumologo ed anestesista in pensione di 70 anni che lo scorso maggio ha avuto la diagnosi di adenocarcinoma polmonare al IV stadio, con mutazione EGFR esone 19 e co-mutazione TP53.
Essendo consapevoli del fatto che la co-mutazione fa insorgere prima la farmaco resistenza all’Osimertinib, siamo interessati a sapere se ci sia la possibilità di integrare potenziali alternative terapeutiche. Le domando:
Cosa ne pensa della possibilità di irradiare il nodulo primario e/o le eventuali aree attualmente attive (da valutare con PET, ad oggi mai fatta) con radioterapia stereotassica corporea (SBRT) per ritardare la resistenza al Tagrisso?
Resto in attesa di un suo gentile riscontro e la saluto.
Claudia

Cara,

le linee guida italiane appena pubblicate (novembre 2024) in pazienti oligometastatici (meno di 5 lesioni) consigliano la radioterapia stereotassica corporea (SBRT) sulle sedi di malattia in corso di risposta ad osimertinib.
Si, io la consiglierei vedendo prima le immagini TC.
Ma credo che essendo inserito in un protocollo sperimentale, fare questa cura potrebbe farlo uscire dalla sperimentazione.
Di questo dovete parlare con i vostri medici.
Un caro saluto
SR

Post scriptum
Nota di ALCASE: lo suggerisce anche un recente studio internazionale di grande peso scientifico pubblicato nella rubrica PILLOLE DELLA RICERCA 
esperto radioterapista oncologo

Prof. Sara Ramella

Full Professor and Chair
Radiation Oncology
Campus Bio-Medico University
Via Alvaro del Portillo 200
00128, Rome (Italy)
Tel 003906225418081-8011

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