ALCASE Italia
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per la lotta al cancro del polmone

Terapie mirate: tossicità

CONTESTO

Effetti collaterali delle terapia mirate (o a bersaglio molecolare o “target therapy” in inglese)

fattori predittivi terapie mirate

Le terapie mirate non presentano gli effetti collaterali tipici della chemioterapia tradizionale, tuttavia possono causare alcuni sintomi.

Sintomi più frequenti

  • nausea;
  • diarrea;
  • affaticamento;
  • disturbi alla pelle.

Sintomi meno frequenti

  • reazioni allergiche, soprattutto con gli anticorpi monoclonali in occasione della prima somministrazione. Per prevenirle si possono usare farmaci di comune impiego (come paracetamolo e antistaminici) prima della terapia, secondo la prescrizione del medico. Qualora l’allergia si manifesti comunque, il medico riduce la velocità dell’infusione venosa o la interrompe temporaneamente;
  • sindromi simili a quelle influenzali;
  • ipertensione arteriosa e disturbi cardiaci che si attenuano una volta terminata la terapia, ma che possono controindicare alcuni di questi farmaci per pazienti con patologie cardiache. Sono più comuni con il trastuzumab e i farmaci antiangiogenesi;
  • alterata sensibilità o formicolii alle dita che scompaiono spontaneamente entro pochi mesi dalla fine del trattamento;
  • maggior rischio di sanguinamento, per esempio delle gengive o epistassi (con i farmaci antiangiogenesi), in genere di lieve entità;
  • rischio di infezioni.

È importante segnalare la comparsa di questi sintomi al medico, che può prescrivere le terapie opportune per limitarli.

La sicurezza di questi farmaci in gravidanza non è stata accertata e inoltre sono possibili interferenze con glianticoncezionali. Per questo durante il trattamento è bene adottare misure contraccettive efficaci. Inoltre alcune cure potrebbero compromettere la fertilità successiva alla terapia ed è quindi consigliato parlarne con il proprio medico.

Fonte:  AIRC

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Buonasera Dottore.
Mio padre (80 anni),operato di lobectomia nel 2018, al quale non si era ritenuto di dover fare terapia adiuvante in relazione all’età e alle commorbilità, ha purtroppo in seguito avuto una recidiva (2020 ). Eseguita broncoscopia è risultato positivo ai test molecolari per mutazione EGFR esone 21, potendo così avere l’opportunità di una terapia mirata: Tagrisso( farmaco che lo aveva portato alla regressione).
Purtroppo però come reazione avversa a questo farmaco le piastrine sono iniziate a calare tanto da dover prima dimezzare il farmaco (40 mg) e poi a sospenderlo del tutto. Per aiutare l’incremento della conta piastrinica è stata data terapia con Deltacortene (25 mg al di,ora 12,5) ma non siamo riusciti ad arrivare alle 50,000 piastrine per poter riprendere il farmaco.
Possibile che non ci sia nulla che si possa fare? Siamo fermi da 6 mesi e intanto la pet mostra ripresa di malattia. Ci sentiamo impotenti, cosa ci suggerisce di fare?
Grazie,
Angela

Stim.ma Angela,

quanto descritto è piuttosto inusuale come tossicità a Tagrisso e non credo vi sia una correlazione.
Non vedo specifiche controindicazioni a usare tagrisso anche con la piastrinopenia. le cui cause vanno comunque indagate.

oncologia polmonare

Cordialmente

Federico Cappuzzo MD
Director Oncology and Hematology Department

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