DURVALUMAB

DURVALUMAB

Prima stesura: 24/01/2017; ultimo aggiornamento: luglio 2022

Nome commerciale
Il farmaco, in precedenza noto come MEDI4736, è commercializzato da AstraZeneca, col nome IMFINZI (®️).

Compagnia farmaceutica produttrice
Sviluppato da Medimmune per AstraZeneca

Indicazione approvata dal SSN

Come da Documento AIFA, IMFINZI è indicato:
– in monoterapia per il trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato, non resecabile, negli adulti il cui tumore presenta un’espressione di PD-L1 ≥ 1% sulle cellule tumorali e la cui malattia non è progredita a seguito di chemioradioterapia a base di platino;
– in associazione con etoposide e carboplatino o cisplatino è indicato per il trattamento di prima linea di pazienti adulti con carcinoma polmonare a piccole cellule in stadio esteso (ES-SCLC).

Caratteristiche chimico-farmacologiche
E’ una macromolecola (anticorpo monoclonale, di origine umana). La sua formula chimica è: C6502H10018N1742O2024S42. Massa molecolare: 146,3 kg/mol

Meccanismo d’azione
Agisce come immuno-stimolatore, bloccando la proteina PD-L1 (Programmed cell death – Ligand 1). Il PD-L1 è un recettore co-inibitorio espresso da alcune cellule cancerose, la cui interazione con la proteina PD1 presente nei linfociti T attivati è necessaria perché il tumore possa eludere la sorveglianza immunitaria. Il blocco di tale interazione, mediato dal Durvalumab, riattiva le cellule del sistema immunitario contro il tumore e ne può mediare la regressione.

Modalità di somministrazione
Uso Endovenoso. In uno studio di fase I (Safety and antitumour activity of durvalumab plus tremelimumab in non-small cell lung cancer: a multicentre, phase 1b study), il Durvalumab in combinazione con Tremelimumab (anticorpo monoclonale anti-CTLA4) è stato somministrato a dosi comprese fra 3 to 20 mg per kg di peso corporeo, ogni 4 settimane. La dose utilizzata negli studi successivi è stata solitamente 20 mg/Kg. La dose attualmente raccomandata è 10 mg/kg somministrata tramite infusione endovenosa per 60 minuti ogni 2 settimane, fino alla progressione della malattia o alla comparsa di tossicità inaccettabile o per un massimo di 12 mesi.

Attività antitumorale riconosciuta
Carcinoma del polmone.

Attività antitumorale (cancro al polmone)
Vedi su.

Indicazioni cliniche
L’attività antitumorale su descritta per il cancro del polmone è riconosciuta dall’agenzia governativa americana FDA, dall’europea EMA, oltre che dall’AIFA Italiana. Altre indicazioni potranno venir fuori dalla presente, intensissima, attività mondiale di ricerca sul farmaco: sono 106 (!) che risultano gli studi attivi e reclutanti, oggi, nel database dei (NHI) e ben 685 (!!) le pubblicazioni scientifiche già acquisite: (PubMed)

Effetti tossici e collaterali

Gli effetti collaterali sono stati dichiarati “accettabili” dai ricercatori e, comunque, trattabili. Effetti collaterali di grado severo si verificano nel 10% dei pazienti trattati con Durvalumab in monoterapia, i più frequenti essendo astenia, riduzione dell’appetito e diarrea.

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Col Durvalumab l’immunoterapia guadagna spazio anche nel NSCLC localmente avanzato…

Altre letture consigliate

1. da Repubblica.it
2. Da il Giornale.it

Nome commerciale
Erbitux ®

Compagnia farmaceutica produttrice
Scoperto dalla ImClone e distribuito in Nord America dalla Bristol-Myers Squibb. Nel resto del mondo, è distribuito dalla Merck KGa

Indicazione approvata dal SSN

– Trattamento di pazienti con carcinoma metastatico del colon-retto con
espressione del recettore per il fattore di crescita epidermico (EGFR) e senza mutazioni di RAS (wildtype):
 in associazione con chemioterapia a base di irinotecan,
 in prima linea in associazione con FOLFOX,
 in monoterapia nei pazienti nei quali sia fallita la terapia a base di oxaliplatino e irinotecan e che
siano intolleranti a irinotecan.
– Trattamento di pazienti affetti da carcinoma a cellule squamose di testa e collo,
 in associazione con radioterapia per la malattia localmente avanzata;
 in associazione con chemioterapia a base di platino nella malattia ricorrente e/o metastatica.

Caratteristiche chimico-farmacologiche
E’ una macromolecola.
La sua formula chimica è: C6484H10042N1732O2023S36. Ha un peso molecolare di 145.781,6 g/mol.

Meccanismo d’azione
E’ un anticorpo monoclonale chimerico (ottenuto da una ricombinazione tra topo/uomo) che agisce inibendo il recettore del fattore di crescita epidermoidale (EGFR).

Modalità di somministrazione
Uso Endovenoso. Erbitux va somministrato una volta alla settimana. La prima infusione viene somministrata a una dose di 400 mg per metro quadro di superficie corporea (calcolata in funzione dell’altezza e del peso del paziente) e dura due ore. Le infusioni successive sono di 250 mg/m e durano un’ora ciascuna. Il trattamento va proseguito per il tempo necessario in funzione della risposta terapeutica.

Attività antitumorale riconosciuta
Approvato dalla FDA americana e dall’EMA europea per il trattamento del cancro del colon retto e della testa e collo (vedi indicazioni AIFA). E’ possibile che verrà approvato anche per il cancro del polmone non a piccole cellule (NSCLC).

Attività antitumorale (cancro al polmone)
L’aggiunta di Cetuximab alla chemioterapia standard nel NSCLC ha dato un prolungamento della sopravvivenza in uno studio multicentrico internazionale di fase III (studio FLEX) e può essere considerata come una valida opzione nel trattamento di prima linea. Nello stesso studio, il Cetuximab risultava maggiormente efficace in una serie di sottogruppi, tra cui i pazienti di razza bianca, e i pazienti con adenocarcinoma. Nel mondo, oggi, risultano censite dai NIH 10 sperimentazioni cliniche su Cetuximab e cancro del polmone, e si contano 151 pubblicazioni scientifiche sull’argomento (PubMed).

Indicazioni cliniche
Non vi sono indicazioni cliniche approvate nel NSCLC.

Effetti tossici e collaterali

I principali effetti indesiderati di cetuximab sono reazioni cutanee, che si verificano in più dell’ 80% dei pazienti, ipomagnesiemia (bassi livelli di magnesio nel sangue), che si osserva in più del 10% dei pazienti, e reazioni correlate all’infusione, che si manifestano con sintomi da lievi a moderati (fra cui febbre, brividi, capogiri e difficoltà a respirare) in più del 10% dei pazienti e con sintomi gravi in più dell’1% dei pazienti. Sono possibili gravi reazioni allergiche.

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Documento EMA

Nome commerciale
Nexavar ®

Compagnia farmaceutica produttrice
Sviluppato da Onyx Pharmaceuticals, Inc. e commercializzato in Europa da Bayer.

Indicazione approvata dal SSN
Pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato, dopo fallimento terapeutico di una precedente terapia a base di interferone alfa o interleuchina-2, o che sono considerati non idonei a ricevere tale terapia. Il Sorafenib è indicato anche per il trattamento dell’epatocarcinoma ed il carcinoma tiroideo differenziato. Allo stato, il Nexavar® non è approvato per il trattamento del cancro del polmone.

Caratteristiche chimico-farmacologiche
E’ una piccola molecola.
La sua formula chimica è: C21H16ClF3N4O3. Ha un peso molecolare di 450,34 g/mol.

Meccanismo d’azione
Il Sorafenib è un inibitore delle chinasi che determinano la proliferazione delle cellule tumorali in vitro. Inibisce la crescita di un ampio spettro di tumori umani, anche attraverso una riduzione dell’angiogenesi tumorale. I suoi bersagli a livello delle cellule tumorali sono i seguenti: CRAF, BRAF, V600E BRAF, c-KIT e FLT-3), mentre a livello dei vasi sanguigni del tumore sono: CRAF, VEGFR-2, VEGFR-3 e PDGFR-ß.

Modalità di somministrazione
Orale, compresse da 200 mg. La dose raccomandata per gli adulti è di 400 mg (due compresse da 200 mg) due volte al giorno (equivalente a una dose totale giornaliera di 800 mg). Va somministrato senza interruzione, fino a quando si osserva un beneficio clinico, o finché non compaiono tossicità inaccettabili.

Attività antitumorale riconosciuta
Sia la FDA americana e la EMA europea danno la stessa indicazione approvata dal nostro SSN. Allo stato, nessuna agenzia del farmaco governativa ha approvato il Nexavar® per il trattamento del cancro del polmone.

Attività antitumorale (cancro al polmone)
In uno studio di fase II su pazienti precedentemente trattati per un cancro al polmone non a piccole cellule (NSCLC), il Sorafenib in monoterapia risultò possedere una capacità di controllo della malattia e garantire sopravvivenza confrontabile a quella di altre piccole molecole ad azione mirata. In più il Sorafenib pare essere efficace anche quando dato in combinazione alla chemioterapia o ad altri inibitori delle tirosinchinasi. Nel mondo, non vi è attualmente una sola sperimentazione clinica in corso sul Sorafenib, come censito dai NIH. In effetti, un discreto numero di studi sono già conclusi e i loro risultati pubblicati (51 pubblicazioni scientifiche: censimento del 19/8/19, su PubMed).

Indicazioni cliniche
Nessuna allo stato.

Effetti tossici e collaterali

Le reazioni avverse più comuni sono state diarrea, rash, alopecia e sindrome mano-piede (corrispondente in MedDRA alla “sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare). Per maggiori informazioni, si veda la scheda tenica dell‘EMA

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Sorafenib